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domenica 8 novembre 2015

Les passantes (Georges Brassens ) - La chanson du Lundi #3

“Quel che ho scritto a 23 anni è autentico. Nello sguardo di tutte le passanti in cui mi sono imbattuto, ho visto spesso nel loro cuore il dramma infinito o la noia di una vita senza alcuna attrattiva. Leggevo nella loro anima come se fosse un libro aperto, e la loro malcelata pena m'insegnava quanto il loro dolore fosse vivo.” A.P.

Il testo della canzone è una poesia di Antoine Pol (nato il 23 agosto 1888 a Douai. Antoine Pol combatté nella "grande guerra" come capitano di artiglieria, dopo aver lavorato come ispettore minerario diviene presidente del sindacato centrale degli importatori di carbone. Ma aveva, segretamente, la passione della poesia. A partire dal 1918 pubblicò diverse raccolte che passarono in sordina.  Nella primavera del 1943, un ragazzo di 23 anni che trainava la sua vita nella Parigi occupata dai nazisti, nella più nera povertà, scovò un suo libro su una bancarella della Porte de Vanves, appunto. A quelle sue giratine tra le bancarelle non rinunciava pur non essendo tanto prudente, dato che era da poco scappato dal "S.T.O.", il "Servizio di Lavoro Obbligatorio" imposto dagli occupanti nazisti.

Era un libriccino di 130 pagine (del quale, lo si saprà molto dopo, erano state stampate soltanto 110 copie dalle "Éditions du Monde Nouveau") che si intitolava Émotions poétiques, e conteneva questa poesia (scritta, su precisa affermazione dell'autore, nel 1911); il ragazzo si chiamava Georges Brassens. Si mise a sfogliarlo, indeciso se spendere o meno il mezzo franco che costava; e fu proprio questa poesia che glielo fece spendere. La mise sommariamente in musica e la lasciò in un cassetto, come spesso faceva; ma, tornandogli costantemente in testa, la rielaborò fino al 1964 e poi ancora nel 1969.


Nel 1971 si decise finalmente a inciderla e volle contattare quindi l'autore, scovandone gli estremi alla SACEM, per domandargliene i diritti; immaginarsi chi non li avrebbe concessi a Brassens! I due progettarono di incontrarsi, perché Brassens voleva conoscere l'autore di quella poesia che lo aveva così tanto colpito trent'anni prima; destino volle che Antoine Pol morisse una settimana prima dell'appuntamento. Secondo una testimonianza del nipote, alla vigilia della sua morte Antoine Pol gli disse di "ascoltare la canzone per lui e di impararla a memoria". Il contratto per la cessione dei diritti fu firmato il 4 ottobre 1972 dalla vedova, Yvonne Pol. La sua poesia, incisa nel 1972 da Brassens, sarebbe diventata una delle canzoni più celebri nell'intera lingua francese; da un giorno all'altro, il nome di Antoine Pol divenne famoso. Nel 1974 Fabrizio De André la tradusse in italiano, facendo chiedere a migliaia di suoi appassionati chi accidenti fosse questo Antoine Pol.                             


Di seguito il testo della canzone Les passantes  con la traduzione in italiano 




LES PASSANTES 

Je veux dédier ce poème 
A toutes les femmes qu'on aime 
Pendant quelques instants secrets 
A celles qu'on connaît à peine 
Qu'un destin différent entraîne 
Et qu'on ne retrouve jamais 

A celle qu'on voit apparaître 
Une seconde à sa fenêtre 
Et qui, preste, s'évanouit 
Mais dont la svelte silhouette 
Est si gracieuse et fluette 
Qu'on en demeure épanoui 

A la compagne de voyage 
Dont les yeux, charmant paysage 
Font paraître court le chemin 
Qu'on est seul, peut-être, à comprendre 
Et qu'on laisse pourtant descendre 
Sans avoir effleuré la main 

A celles qui sont déjà prises 
Et qui, vivant des heures grises 
Près d'un être trop différent 

Vous ont, inutile folie, 
Laissé voir la mélancolie 
D'un avenir désespérant 

Chères images aperçues 
Espérances d'un jour déçues 
Vous serez dans l'oubli demain 
Pour peu que le bonheur survienne 
Il est rare qu'on se souvienne 
Des épisodes du chemin 

Mais si l'on a manqué sa vie 
On songe avec un peu d'envie 
A tous ces bonheurs entrevus 
Aux baisers qu'on n'osa pas prendre 
Aux coeurs qui doivent vous attendre 
Aux yeux qu'on n'a jamais revus 

Alors, aux soirs de lassitude 
Tout en peuplant sa solitude 
Des fantômes du souvenir 
On pleure les lèvres absentes 
De toutes ces belles passantes 
Que l'on n'a pas su retenir




LE PASSANTI

Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.

A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.

Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.

A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.

Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.

Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.

Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.


E ora cantiamola insieme....




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